domenica 31 gennaio 2010

Dettagli della semantica Ufficiale

[cabras.jpg]

La miglior terapia per iniziare la giornata con umorismo, io ce l'ho nero, quindi questo non dovrebbe essere preso come un consiglio, è quello di accendere il televisore alle sette e mezzo del mattino e guardare mezz'ora del programma Università per tutti.
Il mio corso preferito, non so davvero come si chiama, parla di politica e dell'attualità internazionale.
La settimana scorsa il tema era molto caldo: il Medio Oriente.
Suppongo che i poveri insegnanti abbiano la lezione preparato per delle ore, a giudicare dai giochi sintattici e le giocolerie semantiche che uscivano dalle casse del mio televisore.
Hanno cominciato con l'Iraq, c'era sia la resistenza che la controrivoluzione, quindi non riesco a ricordare chi era chi e quando.
Ma il pezzo migliore e più confuso della lezione è stato quando sono arrivati in Afghanistan:

- La controrivoluzione afgana-appoggiata ovviamente, chi lo metterebbe in dubbio, dalla CIA, si rifiutava di lasciare trionfare la rivoluzione socialista che l'Unione Sovietica ha voluto gentilmente imporgli.
- In seguito questi controrivoluzionari , noti anche come i Talebani, presero il controllo del paese e crearono il proprio governo.
- Tuttavia, pur essendo dei talebani e controrivoluzionari , riuscirono a portare pace e stabilità nel paese (è a questo punto che il discorso diventa incoerente, a voi la miglior parte):
- In qualche modo ignoto la Controrivoluzione mutò in resistenza armata civile, durante l'intervento imperialista degli Stati Uniti che distrusse la pace e immerse i cittadini nella miseria.

Al di là della complessa ed estremamente triste situazione del popolo afghano, la manipolazione dei termini: intervento imperialista degli Stati Uniti vs Rivoluzione socialista e controrivoluzione vs resistenza, mette in evidenza la qualità delle lezioni televisiva, la grossolana manovra di disinformazione "travestita da cultura" che il governo cubano pompa 24 al giorno attraverso i mass media.

Per fortuna ne sono vaccinata: mi fa soltanto ridere.

L'unica domanda che ha suscitato in me una così ambigua conferenza è stata : quale ragione resta al PCC, dopo tanti anni, per gettare la spugna per i russi?

venerdì 22 gennaio 2010

Analfabetismo civico


“No estoy de acuerdo con lo que dices, pero defenderé con mi vida tu derecho a expresarlo.”
Voltaire


Ho aspettato quasi un mese per scrivere questo post, ho ricevuto delle e-mail ardenti, insultati e insultatori, ho avuto una discussione piuttosto calda con una eccellente amica e scrittrice e , alla fine, sono arrivata alla stessa conclusione di quando ho avuto per la prima volta nelle mie mani la Lettera di rifiuto agli ostacoli e divieti esistenti alle iniziative sociali e culturali.

Cerco di non rimanere con la prima idea che mi viene in mente, ma la domanda fatta all'amico che mi ha portato la lettera è ancora senza risposta: Chi sono la controrivoluzione reale? Non pretendo di scrivere direttamente sul contenuto della lettera, ma cerco di polemizzare sulla polemica, di scrivere sulle sconcertanti discussioni tenute da coloro che considero i miei amici e chiarire la mia mente - scrivere è sempre stato un filo a terra. Perché alla fine la strada per il cambiamento, alla non censura, alla libertà è - come ha ben definito Jorge Luis Borges -il giardino dei sentieri che si biforcano. Prima di tutto devo ammettere che condivido- senza alcun dubbio - il punto di vista di Yoani Sanchez e Miriam Celaya e - anche se non sottoscrivo la dichiarazione degli intellettuali - accetto molte delle sue affermazioni.

Un paese pluralista non è una piazza di consenso generalizzato, nè un pezzo di paradiso, dove le contraddizioni sono state relegate a quei deboli uomini peccatori della terra. Per costruire la società che stiamo sognando, penso , la prime cose da fare sono : mettere i piedi per terra, lavarsi via con forza le impurità che 50 anni di discorso monolitico ci hanno lasciato nel cervello e, inoltre, smettere di calciare perché TUTTI SIAMO D'ACCORDO.

Il dissenso non è un peccato, criticare è costruttivo, non essere d'accordo è sano e, dirlo pubblicamente è , al di là dei sentimentalismi e patriottismi, una responsabilità civica. Alcuni dei timori di "disunità" e "la mancanza di prudenza" sono mali trascinati con dolore dalla prima riunione del PCC, alla quale hanno partecipato i nostri genitori. La prudenza è quello che fa alzare ogni cubano dal suo letto, carta di razionamento in mano, a comprare il pane, prudenza sono le giocolerie concettuali che gli artisti fanno per entrare di nascosto nelle gallerie e biennali, prudenza è giocare al gatto e il topo con la dittatura, è la doppia morale, l'opportunismo e il carrierismo. Disunità è ciò che si respira tra la gente e il governo. Il resto-critica e opinione - è la tolleranza, civismo e stimolalazione per una società civile ancora alle prime armi.

Tra le obiezioni fatte a Yoani, allora Miriam, i difensori "ad oltranza" della stampa, e dico ad oltranza senza voler offendere nessuno, credo che quando uno non accetta le critiche, passa al campo dei radicali - sostengono "il carattere culturale dello stesso ". Io parto dal principio che tutto è cultura, l'uomo è un essere sociale e culturale, e baso tutto quello che posso dire su questo concetto. È per questo che nella lettera, senza contraddizione con la mia linea precedente-si parla anche di socialismo, di capitalismo, di eventi sociali e addirittura di progetto politico-economico-sociale " progetto che socializza, che condivide le sue risorse, dove ognuno ha parità di accesso all'esercizio del potere " (sic).

A mio parere, la raccolta di firme è un'iniziativa coerente, perché cerca di globalizzare tutti gli aspetti che interessano un paese senza prendere posizioni "acculturate"; e questo nonostante le imperdonabili omissioni e le ambiguità che vi ho trovato che mi impediscono di aggiungere il mio nome ai firmatari.

Di seguito elenco e commento -con la coscienza assolutamente tranquilla - i concetti che mi sono meno chiari:

• Controrivoluzione reale- (chi, quando, dove).
• istituzionalità ufficiale (c'è qualche istituzione legalizzata a Cuba che non sia ufficiale?).
• Ordinato dall'alto ( dal Comitato Centrale del PCC o più giù?)
• Troppo poco spazio per la critica socialista (e la critica non socialista, non conta?).
• Promuovere il dialogo culturale ( "per risolvere i problemi sociali?).
• Il nostro progetto di liberazione sociale (non so manco cosa sia).
• Emergenza irreversibile di nuovi fatti sociali, come le tecnologie digitali o l'incapacità di isolamento del paese (forse la sintassi inganna , ma ciò che ho capito è che , nonostante gli sforzi, Internet e l'occhio vigile dell'opinione pubblica internazionale sono entrati di nascosto a Cuba).

Molto più coerente e produttivo che firmare ciò che omette o è dubbioso, o non firmare ma rimanere in silenzio per paura delle conseguenze su una cosiddetta unità è -senza rimpianti né rimorsi-dire apertamente quello che si pensa, sia di Raúl Castro, della Lettera degli intellettuali e del viceministro della Cultura.


lunedì 18 gennaio 2010

La polvere!*


   Foto: Claudio Fuentes Madan


 Ho letto en La mala letra  questo articolo  sul controllo delle sostanze esplosive  a Cuba e ho ricordato  un'aneddoto della mia adolescenza, che si abbina bene con quello  Regina Coyula esprime.

 Quando avevo 18 anni andavo spesso a casa di un mio amico,  adesso casa sua si trova in Spagna , e trascorrevo dei pomeriggi con lui e sua madre. Era una famiglia piccola, ma con dei  dolorosi ricordi, che vivevano in una delle metà della casa perché l'altra metà- pianterreno,  era stato confiscata nei primi anni del trionfo della Rivoluzione.

 Il mio amico aveva appena finito il servizio militare e l'atmosfera era festosa, nonostante il suo corpo magro, la prova di due anni di malnutrizione, militarizzazione e preparativi per la "Guerra de Todo el Pueblo". Abbiamo deciso di eliminare con un sol colpo tutti i brutti ricordi della naia. Avremmo fatto una pulizia generale e avremmo buttato via tutto quello  che apparteneva alle forze armate. Ci siamo messi al lavoro e, in poche ore, due casse piene di uniformi, tazze, scatole e perfino documenti, sono  finiti enl  bidone della spazzatura all'angolo della via.

 Quella sera, mentre mangiavamo, un ufficiale della Polizia Nazionale Rivoluzionaria bussò alla porta.
  Dopo aver chiesto le nostre carte d'identità , averci interrogato sulle nostre attività,  averci  soprusato  un po' ed essersi preso  un caffè, ha confessato l'oggetto della sua imperiosa visita: nelle casse che aveva gettato nella spazzatura , avevano  trovato alcune scatole di proiettili. Il mio amico ha dovuto spiegare in dettaglio come mai  dopo l'addestramento di tiro al bersaglio  quelle apllottole non erano  servite perchè erano scadute e sono andate a finire nel suo zaino, dove  aveva dimenticato di toglierle. Sua madre ha dovuto firmare un documento  assurdo  il cui contenuto  non  riesco a ricordare, una sorta di impegno per la sicurezza della Patria.

Prima che l'uomo avesse  dato finalmente per conclusa   l'intervista-interrogatorio, non siamo riusciti a trattenere  la nostra curiosità: come avevano fatto a  trovare una scatola di proiettili in un sacchetto puzzolente all'interno di un bidone in un angolo sperduto dell'Avana e, inoltre,  come  sapevano che quel sacchetto appartenva  a noi?  Il poliziotto  ha risposto con orgoglio: "Abbiamo delle spie  in tutto il mondo, ce l'ha portato uno dei nostri subacquei,( persone che frugano nei bidoni dell'immondizia),  fate attenzione a cosa buttate via".


venerdì 15 gennaio 2010

La pazzia



Foto:Claudio Fuentes Madan
Carla soffre di depressione cronica da quando aveva 22 anni. L'ho accompagnata a farsi visitare da uno psicologo al centro di assistenza , da medici specializzati nel reparto di Chirurgia dell'ospedale Calixto García, a sedute spiritiche, a terapie di gruppo, a trattamenti curativi alternativi l'allora Mazorra (Ospedale psichiatrico).

Dopo il Prozac, l'imipramina e la trifluoperazina, l'ovvia indifferenza dei medici e le cure in diversi posti, non le è mai stata diagnosticata alcuna malattia. La sua fede nella psichiatria cubana si è conclusa con una visita a Mazorra.

L'ho accompagnata a fare un esame medico e, in un batter d'occhio, ha preso la decisione più importante della sua vita: il trattamento medico sarebbe finito, l'ospedale sarebbe finito, addio agli strizza cervelli. Ha assunto stoicamente le sue condizioni di salute e da allora, quando è in crisi, si rinchiude in casa a leggere come una pazza e va a tutte le programmazioni del cinema per vincere le sue depressioni.

L'immagine, non posso negarlo, non ha lasciato l'opzione per le mezze misure. Ricordo le immagini televisive, dove un gruppo di signore anziane molto giocose e truccate, in un portico da sogno pieno di piante e poltrone, leggevano dei romanzi e provavano dei bei cori. Era l'unica immagine che avevo del famoso ospedale.

Subito dopo la reception una ventina di vecchietti puliva la strada principale con delle scope di paglia.Con vestiti a brandelli e denti neri, scorazzavano nella sterpaglia alla ricerca di mozziconi. Uno mi ha rimproverato con voce piagnucolona e mi ha chiesto una sigaretta. Quando gliel'ho data, gli altri 19 ci sono balzati addosso.Gli ho lasciato tutto il pacco intero.

Abbiamo attraversato quasi tutto l'ospedale fino al padiglione che ci avevano indicato. Il paesaggio era desolante.Non riuscivo a definire chi fossero i pazzi, se i pazienti o il personale , perché mettere una persona malata di mente in un posto così orribile è come condannarlo all'alienazione assoluta.

Ho riconosciuto alcuni dei mendicanti che sciamano per Via 23, sono rimasta sorpresa nel vedere che avevano la stessa immagine di sporcizia ed erano seminudi , avevo sempre pensato che fuggivano dall'ospedale e che quando li riportavano indietro, li vestivano e li nutrivano.

Ho aspettato Carla per due ore seduta nella hall del padiglione, circondata da squilibrati, senza avere la minima idea della loro malattia, alcuni sembravano tristi, altri fuori di testa e gli altri arrabbiati.

Alcuni litigavano, un anziano cantava orrendamente, ho ricordato ancora una volta i cori del telegiornale e avevo voglia di piangere. Le pareti erano annerite dalla fuliggine, e quasi non ci entrava la luce, tutto era immerso nelle ombre evidenziando la miseria e la sporcizia.

In una stanza accanto a me, un'infermiere litigava con la famiglia di uno dei malati: l'uomo piangeva sconsolatamente perché voleva essere dimesso, ha promesso di comportarsi bene e di essere buono, la madre l'ha pregata di lasciarlo in ospedale almeno il weekend e l'infermiera ha detto qualcosa sulla carenza di materassi.

Tornando a casa non ci siamo dette una parola: eravamo attonite. Quando l'ho lasciata a casa ha sussurrato, non andrò più dal dottore, non cabierebbe niente lo stesso.


* Questo post lo dedico ai pazienti che sono morti di ipotermia, presso
l'Ospedale Psichiatrico dell'Avana, fra il 9 e il 12 di questo mese
Ver la noticia aquí y aquí.

mercoledì 13 gennaio 2010

L'angolo del pane


Foto:Claudio Fuentes Madan

L'incrocio tra via 23 e 12 è conosciuto da molte cose, tra cui il fatto che il pane
ci si può comperare in pesos, CUC (peso convertibile pari ad un dollaro) e con  la tessera di razionamento.

Sabato mattina si è scatenato un putiferio a causa del Pane: non bastava per vendere un pane a testa, non c'era niente nella panetteria non razionata, e le pasticcerie in valuta pregiata (CUC)  erano vuote  (neanche i dolci ce li avevano ).

 La versione popolare: no c'era farina, la versione ufficiale: ...?
 La cosa divertente è che nei negozi in  pesos convertibile non  ha aumentato la  solita carenza di  farina di grando duro, e la si poteva comperare   a "soli" 5 CUC il pacco da 5 Kg.

Mentre la temperatura si abbassa  la coda cresce  e si mescola con quella della fermata dell'autobus.
 In parallelo ai negozi in pesos convertibili, gli unici dove si possono acquistare la maggioranza dei
prodotti del paniere, le vetrine espongono i loro scaffali senza alcuna merce.

Nessuno sa cosa succede.
  I giornali  continuano a parlare  di Chavez, di  Colombia dell'aumento  della produzione agricola nazionale,
  la tv mostra delle fabbriche super produttrici che superano i loro piani annuali di produzione,
e la radio ripete come un  pappagallo  le riflessioni  di Fidel.
   I miei vicini, dalla coda del pane -teorizzano sulla nuova ondata di scarsità e bisogno.

 Guardo la lunga fila  in attesa sul marciapiede davanti a me e   ricordo la  volta in cui , in un paese lontano,
 la goccia che fece traboccare il bicchiere e finì per detronizzare un re fu , appunto, la carenza di pane.

sabato 9 gennaio 2010

Dov'è il mio pollo?





Foto: Claudio Fuentes Madan

Ha 75 anni e una pensione che supera la sua età di 100 pesos.
Non soffre di nulla, tranne che di povertà e fame.Tre anni fa, è riuscito a farsi includere nella tessera di razionamento
un kilo di latte in polvere e un pezzo di pollo al mese grazie ad una dieta per diabetici che un medico solidale anonimo gli ha assegnato. Non gli bastava per normalizzare i livelli di proteine nel corpo, ma,
bene o male- tirava avanti: vendere giornali, fare delle commissioni per una vicina
sovraccarica di lavoro e di bambini, e vendere le sigarette assegnategli con la tessera di razionamento, miracolosamente gli permettevano di non morire di fame

Come ogni anno, aspettava il 2010 per rinnovare il certificato medico.Tuttavia, delle cattive notizie lo aspettavano sulla scrivania dell'Ufficio del Consumatore: Per rinnovare la dieta sarebbe dovuto passare davanti a una commissione medica. Era abituato a cavarsela sempre nella vita. Non ha permesso che l'avversità della nuova diposizione legale lo sconfiggessee si è preparato come se andasse a un colloquio di lavoro presso un'ambasciata.

Grazie ad alcuni test casalinghi dell'urina ha potuto conoscere i suoi
livelli di glucosio in sangue.Qualche bicchiere di acqua con zucchero grezzo di canna
gli sono serviti per studiare il modello ideale di quei fortunati che avevano il diritto di mangiare pollo e di bere un bicchiere di latte a colazione.Infine, alcuni sieri acquistati
sotto banco, gli hanno permesso di raggiungere il numero magico: 12.5.

Dopo due settimane di allenamento, era pronto.Si è presentato con tutte le analisi del sangue davanti alla Commissione medica che tutta spaventata
gli ha consigliato di seguire alla lettera i consigli del suo medico di base perché la sua diabete era fuori controllo ed era molto pericoloso.
L'ultima volta che l'ho visto tornava tutto sorridente dai suoi acquisti con il suo pacco di latte in polvere e la coscia di pollo surgelata.


mercoledì 6 gennaio 2010

I presagi


Foto: Claudio Fuentes Madan

Dall'inizio dell'anno, lo stesso argomento di conversazione è emerso in tempi diversi e
con persone dissimili: Che cosa ha il futuro in serbo per noi?.
Sembra che non ci sia una risposta per questa domanda , ma in meno di una settimana quelli che ignorano i miei dubbi hanno consegnato nelle mie mani alcune frasi della "Lettera non ufficiale dell'Anno" -previsione
per l'anno fatta dall'ordine dei sacerdoti Babalawos di Cuba-(la cosa prenderà una brutta piega, per quanto possa sembrare, non è stato ancora raggiunto l'orizzonte dell'orrendo).
Dalla lettera astrale di Fidel Castro: (forse quest'anno sarà la volta buona... ),
Dalla lettera astrale di Raùl Castro (apparentemente non sopravviverà suo fratello),
Dalla lettera astrale di Hugo Chávez (sembra che non andrà oltre dicembre)
e dalla lettera astrale di Cuba (a quanto pare con un karma patetico).

Cerco di smettere di scandire il domani e mi concentro sui lettori, piuttosto che sulle letture.
Mi chiedo come mai tutti, di culture diverse, credenze diverse e diversa fonte d'indodivinazione-
siano afascinati nell'analizzare il "CAMBIO GIà" .

Perché il passaggio di Saturno liberamente e senza difficoltà attraverso il cielo non può essere altro che "il viaggio di non ritorno"?
Ho sentito ripetere lo stesso discorso dai più neofiti, dai più atei, dai più scettici e persino dalla maggior parte dei marxisti.
Non posso negare che cercare di leggere le stelle attizzi i miei neuroni e leggere quel che dicono
le voci dell'Aldilà mi fa venire i brividi. Tuttavia, ciò che mi fa sorridere - e mi riporta alla mia tranquilla razionalità -
è che tante visioni sullo stesso argomento esprimono anche il desiderio,
la fede e la speranza in un'altra Cuba che non sia così lontana, così difficile, così triste.

Nota: Se qualche lettore ha la versione completa della Lettera "non ufficiale" dell'anno,
è pregato di spedirmela per email.
Me ne hanno parlato così tanto che muoio dalla voglia di leggerla per intero tutto.

lunedì 4 gennaio 2010

Studiare, studiare e poi?


Foto: Claudio Fuentes Madan

I suoi genitori le hanno insegnato a studiare, a leggere, ad amare la conoscenza.
Quando ero piccola  ha ricevuto lezioni su molte cose: pianoforte, arti manuali, lingua inglese, nuoto e  ginnastica. Ha frequentato l'università, si è laureata e ha iniziato il servizio sociale (tirocinio). Sono stati i due anni più irrazionali della sua vita, guadagnava 148 pesos al mese (7 Euro circa), lavorava 40 ore a settimana e a malapena riusciva a pagare  i prodotti della tessera di razionamento.
Ha concluso i due anni regolamentati per il pagamento della borsa di studio, ha appeso la cartella dietro la porta e si è rifiuta di continuare. E' risucita a frequentare dei  corsi di formazione e per passare il tempo, si è iscritta ad un'altra borsa di studio  per corrispondenza. Il padre ha fatto pressione: non è bello abituarsi a non lavorare, la madre lo ha convinto: meglio continuare a studiare piuttosto che rimanere senza fare niente.

Ma lei non capiva: perché tutti insistevano perché lei lavorasse e nessuno si stupiva di quanto la pagassero?
 I suoi genitori erano vecchi e la famiglia all'estero da alcuni mesi non riusciva a mandare delle rimesse. Sapeva che la crisi sarebbe arrivata, ma lavorare o non lavorave non faceva alcuna differenza, non era più una bambina e lo sapeva: con un lavoro regolare sarebbe morta di fame.

Gli "enta" le sono arrivati al galoppo: i vecchi erano più che vecchi e il tetto crepato  della casa le rammentava  che nulla era eterno. Vendere dei vestiti di volta in volta, fare la guida turistica illegale all'Avana Vecchia o fare le pulizie in una casa che affita ai turisti era il meglio cui pottesse ambire. Gli anni passavano e la sua  vita cominciava a stagnarsi, e ha cominciato a   ossessionarsi. Si è scritta a tutte le lotterie per vincere la green card per Gli Stati Uniti, ha messo un annuncio su hi5 per trovare un fidanzato straniero, ha parlato con i suoi amici perché le facessero una lettera d'invito ... ma niente.

Gli "anta"  l'hanno presa depressa. Come Penelope, è rimasta ad aspettare il giorno
 che non è mai arrivato, un'uscita che non le stata assegnata,  una casa mai sistemata, uno stipendio  mai aumentato
 un marito che no è rimasto, dei figli che non ha mai avuto e una vita che non ha mai vissuto.

venerdì 1 gennaio 2010

Differenze con lo stesso tono


Foto-montaje: Leandro Feales
La mia casella di posta elettronica si è riempita di Natale, di uno strano Nalate di consolazione o disperazione: le teorie sul "male", così  ho finito per battezzarlo, che ci affligge. Ho ricevuto messaggi da  tutti gli spettri della posizione politico-ideologica , alcuni si giustificano-scrivermi sembra un lungo cammino nel prendere posizione sulla situazione nazionale - e mi mandano messaggi strani per terzi che non hanno tempo, nè paura, per rispondere.

Per fortuna non è la folla di strani anonimi dialogatori  quello che mi ispira, ma i miei amici, io ei miei amici, sparsi, confusi, fiduciosi, desolati, lontani, spaventati e soli, cercando di salvare i nostri legami, di trovare un punto in comune che ci leghi in questa coscienza che di tanto  voler essere una è diventata nessuna.

 I miei amici mi mi fanno delle domande, ma io non ho delle risposte, mi consigliano ma non li voglio ascoltare, gli spiego  ma mi  fraintendono, mi vogliono bene ma non li posso abbracciare. Siamo stati la generazione zero, la perdita, la Y, il post-rivoluzione, siamo stati tutti senza aver  fatto nulla.

 Saremmo dovuti essere il blocco monolitico che avrebbe immortalato una rivoluzione fatta dai comuni mortali, ma la densità fu così alta che alla fine scoppiammo in atomi per tutto il pianeta: la generazione del Big Bang.Siamo stati sparati su di un proiettile che non era nemmeno nostro: senza Colpa, senza risposta, senza Fede, i Figli della Paura e della Distanza.
I miei amici e io ci abbiamo provato -Gmail sa che ce l'abbiamo messa tutta- ma siamo finiti diluiti nel cambio di secolo  e per colpa di chi ... Cristo, Fidel o l'anno zero?. Facciamo dei dibattiti sulla coscienza, sul mercato e sul fatalismo geografico. Nessuno lo sa, ma per noi - i figli  della disinformazione - il mondo è teoria e speculazione. Cos'è l'antitesi se la tesi non esiste?I miei amici ed Io siamo l'universo personale, il ritorno alla soggettività, all'introspezione, all'esperienza di vita come sumun per la conoscenza. Non ci capiamo  pienamente, ci tolleriamo con affetto e non ci mettiamo d'accordo perché, in fondo, ognuno parla dalla ridicola disperazione di sentirsi l'ultimo dei cubani.