Foto: Orlando Luis Pardo Lazo
Ha accettato la missione per diverse ragioni:gli avrebbero messo 50 CUC al mese in una banca a Cuba, avrebbe potuto
acquisire gli elettrodomestici di cui aveva tanto avuto bisogno durante la sua vita, avrebbe comperato dei vestiti ai suoi figli e, inoltre, sarebbe uscito dal maledetto policlinico che stava finendo con la sua esistenza.
Sapeva che il Venezuela era un paese abbastanza violento e instabile politicamente, ma sicuramente la delegazione cubana sarebbe stata ben protetta, sicuramente avevano la priorità. Sono stati assegnati in periferia, una zona povera e con molta delinquenza. Nessuno lo aveva avvertito che non appena sarebbe arrivato gli avrebbero tolto il passaporto e sarebbe stata senza documenti. Ha lavorato tanto, ha scoperto che la maggioranza dei venezuelani sentono la stessa cosa dei cubani: la politica gli ha spaccato in due la società.
Ha sofferto l'odio di un popolo che, come il suo, ha perso le redini del futuro. Ha scoperto che la paranoia non ha frontiere e che la paura viaggia anche negli aerei. Un suo compagno è morto in una rissa tra due bande del quartiere. Ha chiesto di tornare a Cuba ma il compromesso era imperituro- come il partito comunista - e il fatto di essere depressa non andava d'accordo con la solidarietà tra i popoli. Ancora non può tornare indietro e per consolarsi si fa della terapia davanti allo specchio: 50 cuc, 50 cuc, 50 cuc.