mercoledì 23 dicembre 2009

Natale


Arbolito de Lía Villares

Ho un mix di nostalgia e gioia ogni volta che finisce l'anno, può sembrare banale, ma io sono una che ama il Natale. Forse l'origine può essere  nell’assenza di decorazioni natalizie in cui vivo, nella mancanza di gioia e in molti modi l'apatia culturale che nel mio paese si offre a questo festeggiamento mondiale.

Neanche la fine del secolo scorso abbiamo potuto festeggiare, per colpa della fase matematica di Fidel Castro che  ha deciso che il nuovo secolo cominciava nel 2001 e non nell'anno zero. Un solo  uomo privò  11 milioni del passaggio di millennio. L'anno successivo, naturalmente, nessuno avrebbe festeggiato  il nuovo secolo, sarebbe  stato ridicolo.

Un gruppo di amici ci rifiutiamo di prendere il 24 dicembre come una giornata qualsiasi. Da quasi dieci anni ci incontriamo per la cena della vigilia, giochiamo  alla normalità, alla famiglia unita, agli amici per la pelle. È impossibile non notare le vittime ogni dodici mesi: dieci anni fa eravamo in quindici , quest'anno saremo in sette e  sappiamo già che due di loro non ci saranno il prossimo 24.

Continuerò ad aspettare, non importa quanto manchi, il giorno in cui ancora una volta ci saremo in quindici, il passaggio del secolo glielo lascio  ai miei nipoti, affido loro il compito di festeggiare  in nome di sua nonna, che ha vissuto quando il tempo era  gestito da un uomo.


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