martedì 23 febbraio 2010

Testimoni a casa di Laura Pollán







Video: El Ciro Díaz

La morte di Orlando Zapata Tamayo





Questa mattina mi ha telefonato Berta, la sorella di Antunez, e mi ha raccontato l'agghiacciante dialogo intrapreso dalla madre di Orlando Zapata Tamayo con un funzionario della sicurezza dello Stato:
- Reina, ho una buona e una cattiva notizia.La buona notizia: Suo figlio sarà ricoverato in ospedale, la cattiva: è molto grave.
Bisogna essere crudeli, vili e spregevoli per dire questo a una madre.
Bisogna essere spietati, insensibili e stupidi per lasciare morire di fame un essere umano.
E bisogna essere molto, ma molto diabolici, per togliere la vita a un uomo a causa dei suoi principi.
Nella sua morte c'è tutta la vergogna di questi cinquatun anni di paranoici, silenziati, spaventati, scomparsi, annegati e morti assiderati.
In essa c'è il grido di tre generazioni che si sono perse e si sono dimenticate di quella parola meravigliosa che tanto avvolge: Libertà.
In essa c'è l'eredità di questa assurdamente lunga rivoluzione cubana : i nostri principi morti o morti coloro che hanno lottato per essi.
Oggi è un giorno di lutto.
Il mio più grande desiderio è che domani, quando il 23 febbraio comparirà sui nostri ciclici calendari , siamo in tutto il paese di lutto nazionale.

domenica 21 febbraio 2010

Il circolo di Eduardo del LLano



La mostra di giovani registi,i concerti di hip-hop in La Madriguera (la tana) o il Festival della Poesia Senza Fine, sono come l'ago, per alcuni impossibile da trovare, in mezzo alla straripante e censurata palla di fieno che è diventata la cultura cubana.
Quindi ieri, Venerdì, sono arrivata alla "peña" ,(circolo), di Eduardo del Llano al "Fragola e Cioccolato" per vedere dei videoclip dei Deep Purple, per ridere a squarciagola con le barzellette e per ascoltare i Cantautori, tra cui incredibilmente anche El Ciro.
Ho conosciuto per primo Edoardo, per il suo libro I dieci apostati, che mi è piacuto un sacco, l'ho prestato e, naturalmente, perduto.
Más adelante vi Brainstorm y, después de una búsqueda exhaustiva en las computadoras de todos mis amigos, logré tener el resto de las sagas de Nicanor.
Più tardi ho visto Brainstorm e, dopo una ricerca esaustiva sui computer di tutti i miei amici, sono riuscita ad avere il resto delle saghe di Nicanor.
Nel suo circolo, è riuscito a radunare i piccoli Nicanor che sopravvivono all'Avana, gli uomini nuovi che per causa della loro giovinezza si sono persi nel tempo e nell'irrealtà di un paese in cui l'innovazione è un attentato e l'arte e una deviazione ideologica.
L'unico paese al mondo in cui le rivoluzioni durano mezzo secolo, buona a dimostrare la relatività del tempo, molto male per noi che siamo rimasti incastrati in essa.
Ho saputo per caso , anche ieri, che un poeta di Matanzas ha trodotto allo spagnolo i versi di Visostki-probabilmente il Ministero della Cultura si è tenuto per sè questa informazione ,compito al quanto incoerente secondo la sua funzione- partendo dalle sue canzoni che ha fatto un altro cantautore all'Avana.
Una prova in più per dimostrare che Nicanor sarà sempre da solo, e che Lui è l'uomo nuovo, o il suo paradosso, l'uomo abbandonato.


giovedì 18 febbraio 2010

Un servizio Cubacel




Sabato mattina ho ricevuto un sms da una amica: Claudia, tio ho ricaricato il cellulare.
Secondo il funzionamento del servizio, devo aspettare un altro SMS da parte della compagnia cubana.
Finalmente mi è arrivato Lunedì alle nove del mattino alle seguenti condizioni:

- Da RECARGA1: Telefonare il (7) 204 31 45 8-5 da un telefono fisso per verificare i dati per poter ricevere ricariche attraverso Internet.
In caso di problemi con il pagamento la linea verrà annullata.

Qualcuno potrebbe, per favore, spiegarmi la seconda frase?

Dopo quasi un'ora senza poter comunicare col numero indicato sul mio cellulare, una ragazza risponde dall'altra parte della linea, che si sentiva lontana come se avesse detto "pronto" dalla Cina, .
Mi chiede il mio numero di cellulare, mi chiede chi mi ha fatto la ricarica e le dico il nome della mia amica.
Mi Dice che è stato un uomo, e che non posso incassare la ricarica finché non avrò i dati della persona che mi ha fatto la ricarica.
Mi lamento, Nel sito web dove pubblicizzano il servizio non è indicato questo dettaglio importante.
Con la caratteristica apatia della receptionist cubana risposte: prenderemo nota del suo suggerimento.
Ha approfittato per chiedermi il numero della mia carta d'identità.
Risulta che ho ricevuto due ricariche : no mi hanno avvertita della prima, della seconda, sicuramente fatta da un lettore solidale del mio Blog, non posso incassare manco un centesimo.
Così andiamo nella Cuba tecnologica ...

Nota: Quando più tardi mi sono collegata a Internet, non sono riuscita ad entrare nel sito di ricariche di cellulare con la strana giustificazione : "Forbidden You don't have permission to Access/ on this server".
Ma siccome io sono testarda, mi sono collegata con un proxy per verificare che non c'è scritto da nessuna parte che l'utente che fa la ricarica debba avvertire il padrone del telefono ricaricato.

lunedì 15 febbraio 2010

Poca fede


Foto: Cartel Eternos Jóvenes Rebeldes en 23 y Paseo, Vedado

Prima mi sentivo pessimista, parlvo con le persone e sentivo un misto di delusione e di tristezza, come se nelle parole dei miei interlocutori scorresse una luce che io non riuscivo a vedere.
Con il passar del tempo ho scoperto una correlazione tra l'età e il grado di delusione in coloro con cui interagivo, più età, meno fede nel domani.

La generazione dei nostri genitori, a mio parere, è al vertice dello scetticismo.
Così la maggior parte, grazie a Dio non tutti, vivono nella delusione a causa dell'attuale situazione a Cuba, che condividono con un grado agghiacciante di sfiducia in quello che è diventato quasi un tabù: il Domani.

Il discorso dell'auto proclamata Leadership Storica della Rivoluzione è stato il responsabile principale della sfiducia verso i giovani.
Sembrerebbe che dopo 1959 le generazioni siano nate con un difetto genetico: l'incapacità di costruire il loro proprio futuro, la loro propria vita.
Purtroppo è difficile sfuggire alla ripetitiva propaganda ufficiale, che raggiunge dei momenti veramente surreali, come la fotografia di questo post.
Risulta deprimente scoprire che una gran parte della società ha smesso di credere in coloro che cominciano, e non vedono un'altra uscita per Cuba che non sia il caos e la miseria, che non pensano più al domani dei loro figli entro i confini di questa isola , che non credono più in nulla, nemmeno l'innocenza dei più giovani.

venerdì 12 febbraio 2010

Nudi davanti al Potere


Foto:Claudio Fuentes Madan

Punto y Coma faceva animazione in un circolo in Dos Gardenias quando avevo 18 anni, andavo ogni settimana a vederli con una mia amica che viveva a Playa. Intorno a quella data un'perazione enorme, conosciuta popolarmente come La Feccia -prendeva ogni donna che andasse sola in giro, sotto il presunto sospetto di prostituzione.

La mia amica ed Io ci fermammo nella funesta Quinta Avenida (Quinto Viale) , non sapevamo che fosse il centro delle operazioni della polizia, e cominciammo a fare autostop.
Alla prima auto che si è fermata, indubbiamente piena di cubani, abbiamo chiesto innocentemente:

- Andate dritto?
Con mio grande stupore un ragazzo saltò fuori dalla macchina e mi mise sul viso un tesserino del DTI, Dipartimento Tecnico Investigazioni, mentre che con l'altra mano mi afferrò per il collo e senza che io potessi respirare, mi gettò nella parte posteriore della vettura, 5 secondi dopo mi è piombata addosso la mia amica.

Una volta dentro ho scoperto che stavo battendo ed ero stata arrestata per l'esercizio illegale della prostituzione. Le nostre spiegazioni non servirono a nulla, ci hanno portati dritto alla tristemente celebre stazione della Polizia Nazionale Rivoluzionaria "La Quinta".

C'erano circa 40 donne, molte piangevano e la maggior parte non superava i sedici anni. Secondo quello che mi ha detto una di loro, quelle che erano della provincia sarebbero state mandate in prigione, mentre le altre alle loro rispettive province ... Tutte sarebbero state processate.

L'istruttore mi fece un interrogatorio sgradevole ed esauriente, mi minacciò e mi disse che io non avevo le prove per dimostrare che non ero una prostituta, gli ho risposto che nemmeno lui aveva alcuna prova del contrario ...non gli sono piaciuta, e lui a me , men che meno .

Verso le quattro del mattino ho avuto almeno sette attacchi isterici perché non mi lasciavano telefonare né a mia madre né a mio fidanzato, aveva fumato contro la volontà del receptionist e avevo cercato di raggiungere più volte la cabina telefonica. Suppongo che la polizia aveva le scatole piene di me, la mia amica mi chiedeva sottovoce di stare calma ma non ce la facevo ... In quel momento credevo nel potere della normativa vigente e credevo di avere il diritto di chiamare mia madre.

Ci hanno lasciati andare alle cinque, ma io mi rifiutavo di uscire, chiedendo di essere portata a casa in una pattuglia, era tardi e avevo paura lo stesso di andarmene da sola. L'istruttore rispose: hai già una lettera di avvertimento per mignotta, non vorrai mica andartene con un'altra.

La mattina dopo io e mia madre eravamo presso il Ministero degli Interni, di fronte alla Piazza della Rivoluzione. Lei affermava che se avessimo fatto denuncia tutto si sarebbe risolto :mi avrebbero tolto la lettera di avvertimento e, inoltre, avrebbero punito l'istruttore... Povera mamma ... ci credeva proprio in quel momento!

Non voglio dettagliare l'ipocrisia estrema con cui il MININT ci ha onorate e riverite ,c'era addirittura un documento che diceva che la mia lettera di avvertimento era stata revocata e l'istruttore sospeso per un mese. Ero un po' scettica, dopo quindici giorni di lavoro burocratico mi sembrava che qualcosa non fosse chiara : perché non avevamo visto personalmente l'istruttore e i poliziotti che mi avevano arrestata?
Perché tutte le dichiarazioni erano cieche? .
Mia madre mi rassicurò e alla fine finì per dimenticare l'incidente.

Due anni dopo, il capo della polizia del quartiere ci ha fatto visita: risultava,finalmente, dopo ventiquattro mesi di verifiche che se ne erano accorti che non ero una battona, e mi toglievano la maledetta lettera di avvertimento , che era rimasta lì per tutto questo tempo.

martedì 9 febbraio 2010

L'università dell'Avana ed Io


Foto: Claudio Fuentes Madan, tomada durante el Festival de Música Electrónica de Rotilla

Non ho mai perso la voglia di studiare, ho l'illusa certezza che se continuo a studiare rimarrò sempre giovane,certo che il mio corpo non sostiene apertamente la mia teoria, ma ce la caviamo.
Quando ho iniziato questo blog nel 2008, stavo studiando Studi Socio Culturali presso l'Università dell'Avana, aveva deciso di ricominciare con le materie, le assegnazioni e gli esami un anno prima.

Mi piaceva l'apprendimento a distanza, facevo i miei riassunti a casa da sola sola e anche se il programma era arcaico, Filosofia e Società era in realtà il Marxismo, la psicologia ignorava Freud , e agli esami sono venute fuori delle domande sulla "Battaglia di Idee" ( propaganda ideologica ) e "I Cinque" ( cinque spie cubane catturate negli USA) che non erano certamente inclusi nel programma.Riuscivo a studiare saltando ostacoli, correndo a zig-zag ed ero la regina delle ambiguità nelle mie risposte.

Ma dopo un anno mi sono stufata, ho perso la voglia: non era più divertente sentire nelle lezioni del professore di Filosofia che il Marxismo entrò in crisi a causa di "alcuni errori tattici di Stalin" , né alla professoressa di psicologia usare esempi presi dalle soap opera brasiliane.
Me ne sono andata, anzi, come diceva mi madre, ho claudicato.


Sapevo che mi sarebbe mancata la scuola, ma io sono ottimista.
C'è più tempo che vita, ancora sogno di laurearmi in Filosofia presso l'Università degli Studi dell'Avana ... quando questa avrà riacquistato la sua autonomia.
Nel frattempo, a casa di Yoani Sanchez l'insegnante Vallin e Dagoberto Valdés offrono le conferenze che non ho mai sentito presso la mediocre sede Sede Universitaria , forse un giorno l'insegnamento superiore ritroverà il suo stato intellettuale.

martedì 2 febbraio 2010

Mi scusi signore, posso pubblicare che Lei è stato arrestato?


Foto: Claudio Fuentes Madan

Il titolo sembra assurdo, ma vi assicuro con tutto il cuore che è quello che molti si aspettano da me.
Ho iniziato questo blog per scrivere ciò che volevo, per raccontare le cose che accadevano attorno a me, per condividere uno spazio nel cyber-spazio e per sentirmi libera almeno in un testo di cinquecento parole.
Non so perché a volte mi sembra che, con il passare del tempo, le mie ragioni sembrano essere state dimenticate , ma per me, che sono quella che scrivo, naturalmente, rimangono le stesse.

Siccome tutto risulta così confuso in questo luogo dove il destino ha voluto che io fossi nata,lo ripeto come un pappagallo, in modo che nessuno pensi che mi sto montando la testa o mi sto aggiudicando titoli che non mi appartengono:non sono né giornalista né scrittrice.
Io sono una blogger e non è colpa mia se nel mio Blog la Cuba reale sembra più reale di quella del giornale Granma Internacional.
Guai ai laureati in giornalismo, o quelli che sono giornalisti, che non è la stessa cosa, se strappano dei sassolini dal muro della censura di Stato, non certo il mio caso.

Per dare una certa coerenza a questa sorta di dichiarazione di principi di Octavo Cerco che sto facendo, lo illustrerò con una piccola storia, non importa se è reale o no perché non è una notizia, è solo un esempio:Immaginate di avere un blog dove scrivete su quello che vi circonda, e un giorno un lettore bussa alla porta e dice:Sono venuto per dirti che forse oggi sarò arrestato dalla Sicurezza di Stato, ma per favore, non pubblicarlo.

Ditemi se non devo avere per forza molto autocontrollo per non impazzire in questa Avana da psichiatria?
Se non sei in galera oppure non vuoi che si sappia che ci sei, se non stai facendo niente di "conflittuale" se ti consideri una persona "integrata" ... Allora perché vieni a bussare alla porta?

Questo è solo un piccolo esempio, ma vi posso assicurare che ce ne sono di più pittoreschi.

Così ho deciso di mettere i puntini sulle i:
-Faccio questo blog da sola, sotto la mia piena responsabilità, certamente.
-E' una visione personale e soggettiva di come vedo e vivo il mio paese.
- Gli atti di ingiustizia, abuso di potere e le restrizioni alla libertà delle persone, mi sento nel dovere di pubblicarli e commentarli dal mio punto di vista.
-Non vi è alcun motivo esterno che possa farmi esitare dal dare un mio parere, di criticare ciò che ritengo sbagliato, o di lodare quello che mi piace.
- Non mi sento in dovere con nessuno e la censura contro la quale combatto ogni giorno è l'autocensura (che è molto pericolosa).
- L'informazione non appartiene a nessuno, tutti abbiamo il diritto a essa e le do tutto il mio sostegno.