venerdì 17 dicembre 2010

L'etica addormentata

bandera

Foto: Lia Villares http://habanemia.blogspot.com

Ha sostenuto un dibattito con un amico sull'etica e gli  intellettuale, e lui mi rimprovera: se la pensi così, dovresti dirlo a queste persone. E io gli  rispondo: Come posso  dire a una persona così intelligente, così saggia, qualcosa di così ovvio? Pensi  che non lo sappiano? Come faccio a dire a un curatore di una mostra che penso che dovrebbe sospendere la sua esposizione perché gli artisti coinvolti sono minacciati dalla sicurezza dello Stato? Come faccio a dire a un musicista che io penso che sarebbe eticamente corretto di sospendere il concerto perché ci sono delle persone fuori che non possono entrare perché il posto è stato preso dalla polizia politica? Come faccio a suggerire a un Teorico che  la conferenza  dovrebbe essere sospesa  perché alcuni di coloro che sono interessati   non possono partecipare perché sono considerati "controrivoluzionari"?Con che diritto  direi tutte quelle cose se io mi ritrovo  tra quelli minacciati, tra coloro che non possono entrare e coloro che sono considerati controrivoluzionari ? Sento che la mia posizione, così poco neutrale, ovviamente, mi obbliga a tacere alcuni  giudizi. Ma so che anche se mi trovassi  in altre circostanze, avrei pensato la stessa cosa.

Il mio amico mi dice che la mia risposta è alquanto vigliacca e probabilmente ha ragione.Non mi piace dire alle persone ciò che considero etico, sono sicura che anche loro sono  d'accordo con me su questi argomenti e per motivi lontani dall'etica , prendono  altre posizioni.

Credo che sto diventando radicale. Quando studiavo storia a scuola mi dicevano che era qualcosa di buono. Sarà vero?

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