mercoledì 19 gennaio 2011

Juventud Rebelde?

 senectud_reverde17
                Imágen: El Guamá

Pochi giorni fa il notiziario nazionale ha intervistato alcuni collaboratori del periodico Juventud Rebelde. In questo modo hanno potuto raccontare ai telespettatori le loro vicende, ma io sono rimasta stupita soprattutto che fossero tutti ultracinquantenni. Non ho niente contro i capelli bianchi - simbolo di saggezza e di esperienza di vita - tuttavia mi sembra evidente la contraddizione tra l’età dei giornalisti di Juventud Rebelde (almeno di coloro che hanno parlato in televisione) e il nome del giornale per cui lavorano. Forse è giunto il momento di cambiare il nome al periodico: Generazione Storica oppure Giovani nell’Anima identificherebbe meglio il gruppo di lavoro.

Ho sentito così spesso frasi come “le nuove generazioni” e “noi giovani proseguiremo il cammino della Rivoluzione” che a volte dimentico che vengono pronunciate sempre da ultrasessantenni. Persino Fidel Castro ha la sfacciataggine di parlare in mio nome quando ci separano tre generazioni! Ho voglia di vedere ventenni ricoprire incarichi pubblici in questa piccola Isola dove sono nata. Sono vicina ai trenta e spero di non dover attendere di avere i capelli bianchi per vedere finalmente i giovani in primo piano.

Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lup

1 commento:

  1. Apparire in televisione
    di Claudia Cadelo

    Nella vita di una persona comune apparire in televisione è sempre una cosa che dà soddisfazione. Ho pensato che avrei avuto paura, nervosismo, ansia. Invece no, quando ho visto il mio banner e la mia foto nel programma "Le ragioni di Cuba" mi sono sentita orgogliosa. Penso che nel mio blog Octavo Cerco (http://octavocerco.blogspot.com) ci siano molti testi politici, in cui senza peli sulla lingua pronuncio parole come totalitarismo, autocrazia e impunità, altri dove con disinvoltura sbeffeggio Fidel e Raúl Castro ma pure altri personaggi sgradevoli del decadente governo cubano. Non so perché, invece, hanno fatto vedere per due volte l'intervista (http://octavocerco.blogspot.com/2010/10/habana-underguater-entrevista-con-erick.html) realizzata con Erick J.Mota - scrittore cubano di fantascienza che ha vinto diversi premi nazionali - a proposito del suo romanzo "Habana Underguater" (http://www.createspace.com/3442629). Che gente lavora nella Sicurezza di Stato?

    Nel caso di Yoani, citare nei dettagli ogni premio vinto è servito solo a dimostrare che a lei non servono finanziamenti, visto che il suo talento è internazionalmente riconosciuto da prestigiose istituzioni. Mi ha sorpreso molto la somma di mezzo milione pronunciata alla fine perché anche se non sono brava in matematica, mi è parsa eccessiva. Nonostante tutto, se Yoani Sanchez (http://desdecuba.com/generaciony) diventa milionaria con i suoi premi e continua ad appoggiare con queste risorse lo sviluppo del libero accesso all'informazione, rompendo il monopolio statale e aprendo nuove strade per la società civile cubana, mi sta bene veder aggiungere altri tre zeri alla cifra diffusa dalla televisione.

    Infine, la tecnica usata dagli agenti della Sicurezza di Stato di chiamare in modo attraente i loro blog e siti internet per posizionarsi bene nei motori di ricerca, sarà utile su Internet, ma non alla televisione, dove molti cittadini che non hanno mai avuto accesso alla rete delle reti - anche se per loro sarebbe importante nonostante le parole di Elaine Díaz - si saranno chiesti se "Cambiamenti a Cuba", "L'isola sconosciuta" e "La polemica digitale" non siano titoli abbastanza polemici per essere indicati come controrivoluzionari.

    Traduzione di Gordiano Lupi
    www.infol.it/lupi

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