lunedì 24 maggio 2010

Un popolo di minorenni


   Foto: Claudio Fuentes Madan
Guardo con avversione-perché negarlo -la faccia di  Ramiro Valdés in televisione.
 Questa volta è toccata   la predica ai lavoratori del settore edile.
 Ormai non mi prendo la briga di ascoltarlo, ogni volta che parla è per rimproverarci , lui e Machado Ventura si sono  trasformati, per così dire, nelle bambinaie del popolo cubano: richiami, punizioni e minacce.

La solita vecchia storia di sempre: lavorare di più, chiedere di meno, non  lamentarsi troppo,  essere combattivi,  adempiere ai compiti della Rivoluzione, non sottrarre risorse dal governo, non  aspettarsi incentivi, fidarsi dei leader del processo, essere fedele al partito ... le solite boiate del genitore autoritario per i suoi figli per sempre minorenni.

Non si  chiede  Ramiro che cosa avrebbero mangiato i costruttori  se non avessero "deviatato" dei mattoni  sul mercato nero? I leader sindacali, a quanto pare, fanno orecchie da mercanti, forse anche loro hanno bisogno di un stipendio per sopravvivere? Perché non si  riempono di coraggio  e passano il testimone ai "fannuloni" perché raccontino la loro versione del paradiso dei lavoratori?

Invece di minacciare di togliere gli incentivi e benefit -  che fa solo fiorire l'opportunismo e la doppia morale -  dovrebbe chiedersi perché il salario non è una ragione sufficiente per lavorare bene, per risultati migliori, per aumentare la produzione.
 Certo, lo  farebbe se gliene importasse davvero, e se, inoltre, non prendesse il Sindacato Nazionale dei Lavoratori Edili   per un asilo nido.

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